LA FORTITUDO TORNA IN SERIE A!

Come la più bella delle favole, come una storia scritta dal destino o qualcuno che dall’alto ha guidato tutto in maniera perfetta. La Fortitudo Agrigento torna in Serie A dopo due stagioni e due finali consecutive, la prima persa in Gara 5 a Chiusi e la seconda, pochi giorni fa, contro la Real Sebastiani Rieti nella medesima gara ma questa volta al Palamoncada, davanti ad oltre 3000 spettatori festanti, commossi e pronti a spingere oltre la squadra della famiglia Moncada che, sin dal primo giorno di autoretrocessione, non ha mai smesso di coltivare il sogno e l’obiettivo di tornare in Serie A. Una squadra costruita sui giovani da uno straordinario direttore sportivo come Cristian Mayer ed allenata da un altrettanto giovane come coach Michele Catalani. In tanti non davano la Fortitudo Agrigento tra le favorite, dicevano che il roster era più debole rispetto allo scorso anno ma l’unione del gruppo, il gioco di squadra, ha fatto sì che la rendesse quasi imbattibile. Sono state ben 21 vittorie consecutive durante la regular season ed un 9-4 nei playoff trionfando contro Imola e le due squadre di Rieti in semifinale e finale ed un dato ancor più rilevante: la Fortitudo rimane imbattuta al Palamoncada per tutta la stagione, segno che il fattore campo ed il sesto uomo sia un valore aggiunto per i biancoazzurri.

Una stagione che rimarrà nella storia della squadra agrigentina e diverse dediche speciali, la prima ad Haitem Fathallah, giovane ragazzo e cestista scomparso ad ottobre, amico della Fortitudo Agrigento e commemorato durante la partita contro la Virtus Ragusa. La seconda dedica al capitano, Albano Chiarastella, che dopo una stagione straordinaria ha dovuto lasciare il campo per infortunio a metà partita di Gara 2 contro la Sebastiani e mancando proprio in Gara 3 e Gara 4 dove la Fortitudo è uscita sconfitta in trasferta. L’ultima dedica e sicuramente la più importante spetta a chi ha creato e supportato tutto questo, il patron Salvatore Moncada, scomparso in quel 5 maggio lontano dai beni più cari, lontano dalla sua famiglia e da quel Palamoncada che ha regalato tante gioie alla città di Agrigento e provincia. Un presidente e condottiero straordinario, un uomo che ha amato la vita e la sua città. Dopo l’autoretrocessione ha lasciato la presidenza al figlio Gabriele e, ironicamente, scherzavano sul record di vittorie consecutive che la Fortitudo ha realizzato quest’anno battendo il record precedente sotto la gestione del patron. Il suo sogno era rivedere la Fortitudo in Serie A ed il Palamoncada pieno, i figli e tutta la società hanno saputo realizzarlo e lui, ne siamo certi, avrà sorriso tantissimo. L’ultimo grande gesto è stata la missione umanitaria per aiutare il popolo ucraino e, sportivamente parlando, ha seguito in prima persona la trattativa per riportare Lorenzo Ambrosin ad Agrigento e tentare il salto di categoria.

Così è stato, Ambrosin segna la tripla decisiva che ribalta il match ad un paio di minuti dalla fine, Alessandro Grande segna due tiri liberi portando a +3 il match contro Rieti e proprio Ambrosin riparte in contropiede conquistando un pallone che non tirerà ma terrà tra le mani aspettando il suono della sirena ed una piazza colma di gio